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Senza vampiri

Senza vampiri

Cinque racconti, cinque grandi anzi grandissimi autori: la premio Nobel spagnola Emilia Pardo Bazán, il cèco Jan Neruda, l’uruguagio Quiroga, i due giallisti anglofoni Edgar Wallace e Reeve. La parola “vampiro” compare invariabilmente nel titolo. Ma nell’intreccio, di autentici vampiri non c’è traccia.E allora perché metterli nel titolo della raccolta, curata e tradotta come al solito da Paolo Brera? Perché non se ne può più di vampiri. Ce li servono in tutte le salse da almeno vent’anni. La cultura televisiva e piena di vampiri benevoli, vampiri con una coscienza, vampiri organizzati per una sempiterna lotta contro l’allegra brigata dei licantropi, vampiri dii tutte le fedi calcistiche. Eppure nella realtà ci sono molti altri esseri che succhiano il sangue, dalle zanzare ai nostri politici. È rinfrescante allora che i vampiri si possano evocare in un racconto senza implicarne l’esistenza. Magari c’è del noir, come in Quiroga, Neruda e Reeves. O del comico, come in Pardo Bazán e Wallace. In tutti i casi, un po’ di intrattenimento è assicurato. Sinceratevene pure, siamo qui per questo. CON TESTI ORIGINALI A SEGUIRE

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