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La questione della tecnica

La questione della tecnica

“Il mondo si trasforma in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo”. Così si esprimeva Martin Heidegger in una lezione del 1955, L’abbandono (1959), che ci ricorda come il tema della tecnica sia centrale in tutta la sua opera, e non solo in questo cruciale saggio del 1953, La questione della tecnica (qui edito insieme a Scienza e meditazione). Il grande e controverso pensatore tedesco non è un tecnofobo come si tende, talvolta, a rappresentarlo.

La sua meditazione sulla tecnica non è una riflessione che può essere compresa nello schema tecnofobia vs. tecnofilia o tecnopessimisti vs. tecnottimisti. Quella di Heidegger, infatti, non è una critica alla tecnica, piuttosto una critica della tecnica, in quanto questa, insieme all’arte al linguaggio, è una via del disvelamento dell’Essere. Come tale è una questione eminentemente metafisica. Proprio per questo l’essenza della tecnica non è per niente tecnica. Un’affermazione densa di conseguenze.

Torna finalmente disponibile, con un’approfondita introduzione di Federico Sollazzo, il più importante lavoro filosofico dedicato alla tecnologia, un testo ormai introvabile in lingua italiana.

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