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Un libro composito sulle toccanti e angosciose vicende esistenziali di Antonella Flati, dalla primissima infanzia a oggi. È costituito da una conversazione avuta con Lucilio Santoni, che l’ha commentata con preziose riflessioni letterarie e dalla trascrizione di un racconto, fatto da Antonella, tramite facebook alla giornalista Mirella Fanunza. Sia la conversazione che il racconto toccano i nodi principali della travagliata vita di Antonella. L’abbandono che è stata costretta a subire all’età di un anno e mezzo. La dura vita in collegio. Le adozioni forzate e rifiutate. Una maternità prematura che la riporta nel collegio per ragazze madri. Le difficoltà incontrate nella volontà di “ritrovare” la sua famiglia al posto di quelle avute dai tribunali per affidamento e mai accondiscese. La separazione dai fratelli. Le storie di amori sbagliati. I figli nati da unioni sfortunate e cresciuti in prima persona con lodevole dignità. La riconciliazione con i genitori. Fino al più recente matrimonio, anch’esso finito, con una sua vecchia amica d’infanzia, nel frattempo diventata uomo, con la quale aveva vissuto in collegio per un periodo, quando era bambina. Una situazione unica in Italia, tant'è vero che a suo tempo la notizia riempì le pagine dei giornali suscitando, da una parte, un comprensibile scalpore, dall'altra una profonda riflessione sulla situazione delle unioni "non ortodosse" in Italia. Dibattito che ancora adesso stenta a svilupparsi, assorbiti come siamo dalla radicata tradizione cattolico-ecclesiastica. Senza dubbio un’esperienza esistenziale segnante, che ha investito i lati più profondi e privati della personalità di Antonella, dalla quale ancora una volta ne è uscita responsabilmente. La conversazione guarda i fatti accaduti con spirito critico, ragionando all’infinito sulle cause, i motivi, le scelte. Un approfondimento, fatto soprattutto di domande con poche risposte, che si potrebbe definire poetico, e quindi universale, sulla vicenda esistenziale della protagonista. Per esempio, vi trovano largo spazio la musica e, soprattutto, le parole della musica attraverso le quali Antonella si racconta e che hanno costituito parte essenziale della sua vita interiore. Il racconto, invece, costituisce una puntuale narrazione degli accadimenti maggiori e minori della vita di Antonella, compresi a volte i particolari più intimi. Una messa a nudo dei sentimenti, ma anche un atto d’accusa verso la società che non sa tutelare i minori e non solo i minori.
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