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Negli ultimi quindici mesi, dal siluramento sereno-scomposto di Enrico Letta all’insediamento e l’inizio dell’azione di governo del PD di Matteo Renzi assieme a Nuovo Centrodestra e Unione di Centro, è iniziata una diaspora che ha portato elettori, militanti, amministratori, parlamentari e dirigenti del Partito Democratico ad abbandonarlo.Tutte e tutti costoro con in comune l’aver creduto nel progetto di un grande partito riformista di centrosinistra e di governo – magari senza le destre – che mettesse in campo politiche progressiste e che non nascondesse né mortificasse la sua matrice di sinistra, né tantomeno strappasse e gettasse alle ortiche la sua radice ulivista e il suo essere forza alternativa alla destra.Il ‘creduto’ non è scritto a caso. Non si teme la retorica se si dice che prima del 14 ottobre 2007, data di fondazione del Partito Democratico, in molti lo hanno addirittura sognato, in molti lo abbiamo atteso.Sette anni dopo ci ha del tutto disatteso. Deluso. Definitivamente.Avevamo auspicato e aspettato una formazione aggregante, un partito politico che promuovesse in parlamento leggi che rispettassero il programma con cui i parlamentari democratici erano stati eletti, un programma non certo estremista ma certo di centrosinistra, un partito che ampliasse i propri orizzonti e le nostre ambizioni, ma l’orizzonte è mutato, il tavolo saltato, la sedia serenamente sfilata, il programma brutalmente cancellato, la coalizione di centrosinistra “Italia. Bene Comune” ripudiata, la sinistra semplicemente spazzata via in ogni senso, da ogni decreto legge e contesto, mentre l’ambizione s’è fatta sfrenata, ed è divenuta ambizione di un partito ‘catch-all’, che catturi chiunque, qualunque consenso a qualunque costo. Tutti prigionieri. Tutti pavidi. Tutti preoccupati del posto, non del Paese, né del Partito. Il Partito Democratico è diventato il Partito qualcos’altro di qualcun altro. Non più il nostro. Non più per noi, che non ci siamo ritrovati più in quella che era casa nostra, trovandoci stranieri in patria. Ritrovandoci residuali reduci di sinistra in un grande partito di centro con l’obbiettivo di espandersi estendendosi verso il centrodestra, andando a destra, solo a destra, sempre più a destra.Questo e-book raccoglie una selezione di lettere di addio al Partito Democratico di queste persone, che in ordine più o meno sparso e diversamente sofferto ma egualmente deciso e dignitoso hanno detto basta a un Partito Democratico che e sempre più un Partito Destroso e hanno voluto rivendicare il loro essere & voler andare altrove, a Sinistra, in uno spazio politico semplicemente sconfinato sperando che sia presto possibile piantare un seme nuovo, costruire una nuova casa, dove stare bene assieme e straniero di noi non sia più nessuno.
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