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Il dossier

Il dossier

«Un ritratto agghiacciante di tradimenti e compromissioni; un inestimabile documento dei nostri tempi, coraggioso e magnificamente scritto.»
John Le Carré

«Il dossier è storia allo stato puro: in parte reportage, in parte memoir, spesso costruito come un romanzo più che come un saggio. Garton Ash sa esattamente quale tasto premere per sorprenderci.»
Julian Barnes

«Garton Ash scrive con sicura eleganza e chiarezza.»
George Steiner

1978: uno studente di dottorato ventitreenne si trasferisce da Londra a Berlino, scoprendo il fascino di una città viva e pulsante, inchiodata nel mezzo della guerra fredda. I suoi due anni saranno scanditi da amori e amicizie, incontri con dissidenti coraggiosi e funzionari allineati, e si concluderanno con l’espulsione dalla Germania Est a seguito della pubblicazione di un libro fortemente critico. Dodici anni dopo, nella nuova Germania unificata, il ragazzo – divenuto il professor Garton Ash di Oxford ­– si presenta agli archivi della Stasi, la temuta polizia segreta, e apre il dossier che reca il suo nome, ritrovando i suoi due anni berlinesi visti attraverso gli occhi di una piccola parte dei quasi 120.000 tedeschi orientali (uno su 50) che negli anni Ottanta hanno spiato ossessivamente i pochi stranieri e i moltissimi concittadini ritenuti una minaccia per lo Stato. Questa «madeleine avvelenata» permette all’autore di rivisitare la sua esperienza, e lo induce a cercare i «collaboratori non ufficiali» che all’epoca accettarono di riferire le sue mosse alle autorità e i funzionari che di questi delatori come burattinai si servirono. Scoprirà storie di ricatto, la rincorsa di miserabili privilegi, una burocrazia ottusa e paranoica, qualche residua traccia di convinzione ideale: tutto il repertorio della banalità del male in una versione più mediocre e slavata, ma non meno tragica. Documentato come un saggio storiografico, teso come un thriller, profondo come un romanzo di formazione, Il dossier entusiasmò critici e lettori alla sua uscita nel 1997: vent’anni dopo va riscoperto come un libro indispensabile per fare luce sulle ombre del totalitarismo e della sorveglianza che ancora aleggiano sull’Europa e sul mondo.

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