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La mia doppia vita

La mia doppia vita

Sarah Bernhardt fu la più celebre attrice del suo tempo, una donna libera e, infine, un’icona, circondata da un’aura di fiabesca ammirazione che l’avrebbe accompagnata fino ai suoi ultimi giorni. Della sua vita inquieta, questa autobiografia racconta la prima parte, dall’infanzia solitaria vissuta in un convento alla grandiosa tournée negli Stati Uniti del 1880. Se la famiglia non l’avesse ostacolata, forse la futura «Divina» sarebbe diventata suora. Scelse invece il teatro, con l’intenzione di diventare la più grande attrice di tutti i tempi, e scelse lo scandalo, vissuto come affermazione d’indipendenza e sfruttato come veicolo di fama. E le sue memorie, monumentali e sfuggenti, sono un tassello della costruzione del mito nel quale si volle coscientemente tramutare. In queste pagine dettagliatissime Sarah rivive – o meglio recita – la sua tumultuosa vicenda professionale: una marcia trionfale intervallata da capricci, ribellioni e liti furiose, sempre guidata dalla ferma volontà di essere imprenditrice di se stessa. Nel suo racconto ci sono gli incontri con i protagonisti del periodo, i numerosi viaggi all’estero, i giorni tumultuosi del Quarantotto e della Comune. I tanti amori rimangono invece accennati, protetti da un pudore quasi sfrontato. Ne La mia doppia vita, documento paradossalmente fedele di un’epoca e della sua musa, Sarah Bernhardt si muove, agile e seduttiva, in quella zona indefinibile tra il recitare e il mentire.

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