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Quel che il signore disse ad Abramo

Quel che il signore disse ad Abramo

Quando Dio convoca Abramo per ordinargli il sacrificio del figlio Isacco, la sua consegna è chiara: la relazione tra l’uomo e Dio deve restare segreta, inaccessibile. «Soprattutto niente giornalisti!», sintetizza Derrida con provocatoria ironia. Eppure oggi, in spregio all’obbedienza di Abramo, il «ritorno del religioso» avviene proprio tramite la sua diffusione mediatica e, in particolare, di quella televisiva. A partire da questo paradosso, il filosofo francese riflette sul ruolo, decisivo ma profondamente equivoco, che i mezzi di comunicazione di massa esercitano nella diffusione e nel consolidamento della fede, in particolare del monoteismo cristiano. Derrida individua infatti nell’incarnazione, che trasforma l’evento impronunciabile in una (Buona) Notizia, la causa teologica della capacità mediatica del cristianesimo. Più in generale, e smentendo l’ipotesi illuminista di un’irriducibile opposizione tra fede e sapere scientifico, le religioni del presente sembrano perfettamente predisposte per allearsi con la tecnologia.

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