Shopping cart
Your cart empty!
Terms of use dolor sit amet consectetur, adipisicing elit. Recusandae provident ullam aperiam quo ad non corrupti sit vel quam repellat ipsa quod sed, repellendus adipisci, ducimus ea modi odio assumenda.
Lorem ipsum dolor sit amet consectetur adipisicing elit. Sequi, cum esse possimus officiis amet ea voluptatibus libero! Dolorum assumenda esse, deserunt ipsum ad iusto! Praesentium error nobis tenetur at, quis nostrum facere excepturi architecto totam.
Lorem ipsum dolor sit amet consectetur adipisicing elit. Inventore, soluta alias eaque modi ipsum sint iusto fugiat vero velit rerum.
Sequi, cum esse possimus officiis amet ea voluptatibus libero! Dolorum assumenda esse, deserunt ipsum ad iusto! Praesentium error nobis tenetur at, quis nostrum facere excepturi architecto totam.
Lorem ipsum dolor sit amet consectetur adipisicing elit. Inventore, soluta alias eaque modi ipsum sint iusto fugiat vero velit rerum.
Dolor sit amet consectetur adipisicing elit. Sequi, cum esse possimus officiis amet ea voluptatibus libero! Dolorum assumenda esse, deserunt ipsum ad iusto! Praesentium error nobis tenetur at, quis nostrum facere excepturi architecto totam.
Lorem ipsum dolor sit amet consectetur adipisicing elit. Inventore, soluta alias eaque modi ipsum sint iusto fugiat vero velit rerum.
Sit amet consectetur adipisicing elit. Sequi, cum esse possimus officiis amet ea voluptatibus libero! Dolorum assumenda esse, deserunt ipsum ad iusto! Praesentium error nobis tenetur at, quis nostrum facere excepturi architecto totam.
Lorem ipsum dolor sit amet consectetur adipisicing elit. Inventore, soluta alias eaque modi ipsum sint iusto fugiat vero velit rerum.
Do you agree to our terms? Sign up
«Che io sia Re, mi pare sia cosa da non dubitare. V’è in me un modo regale di pensare, di opinare, di fantasticare, che non finisce di stupirmi e di allietarmi. Non riesco a pensare a cose umili e povere; ogni cosa deve avere un nome, collocarsi in una gerarchia, incedere o strisciare, ma in modo emblematico. Penso alle aquile; specie al primo dilùcolo, nel silenzio tra notte e giorno, nel freddo che anneghittisce, in mezzo al distratto sgomento dei fiori, penso ad enormi aquile, ali metalliche e sapiente malvagità di occhi...». Con questo perentorio attacco il nuovo libro di Manganelli s’apre e prende slancio per un crescendo di variazioni sul tema d’una lucida esaltazione megalomane. Un bestiario araldico, cifrario d’una cupa euforia, è evocato dalla solitudine dell’insonne che si rigira tra le lenzuola come su una pagina bianca. Il teatro di cui Manganelli ancora una volta apre il sipario per il suo spettacolo verbale è lo spazio della mente: lo popolano fantasmi che convergono tutti sull’allegoria sovrana, la morte, il più carnevalesco e il più sontuoso oggetto della nostra scenografia interiore. Ma al posto della violenza «discenditiva» e autodistruttiva dell’"Hilarotragoedia", al posto dell’architettura che eleva propilei e trabeazioni su una gelida capocchia di spillo nel "Nuovo commento", qui c’è la tensione energetica del raptus, il librare le ali nei cieli grandiosi della simulazione, il volo radente verso i vortici dell’assenza. Un’ossessione moltiplicatoria e deduttiva affolla le prospettive labirintiche di proliferazioni mitologiche, di moltitudini di dèi o di defunti: dèi a grappoli, dèi a gomitolo, pasta per fare dèi; oppure la popolazione sterminata dei morti, brulicanti nelle filettature d’una madrevite arrugginita, loro ricettacolo segreto, microscopico averno, o addirittura sfarinati e cotti in una focaccia d’oltretomba. Nei sei capitoli di questo libro intimamente unitario – ancorché vario al punto da inglobare un carteggio tra Amleto e la principessa di Clèves, e il già classico "Discorso sulla difficoltà di comunicare coi morti" –, l’autore non lesina sorprese, novità di timbro e d’invenzione, non meno vistose della sua caparbia fedeltà a se stesso. Il meccanismo mistificatorio funziona con la naturalezza d’un organismo vivente grazie a una particolare accensione di cui Manganelli scrittore contende il segreto al Manganelli teorizzatore della «letteratura come menzogna». Il dotto acrobata che volteggia attorno al trapezio della retorica sul vuoto atemporale dei significati potrebbe essere riconosciuto un giorno come il più fededegno collettore delle allucinazioni e dei deliri dell’io pubblico e privato in questa nostra anticamera dell’ade. (Italo Calvino) La prima edizione di "Agli dèi ulteriori" è del 1972.
Comments