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Parigi, anno di grazia 1633 Scavata al centro di un enorme pentacolo inciso sulle nude, gelide lastre del pavimento, la vasca occupava il centro della cripta, sotto una volta sostenuta da imponenti colonne. Le linee del pentacolo, intricate ma armoniose, si incrociavano disegnando una stella a dodici punte decorata da rune draconiche che la maggior parte degli stregoni non sapeva o non osava nemmeno pronunciare. Le fiamme, che gettavano un bagliore rossastro nell'oscurità, avevano la stessa sfumatura del sangue fumante che riempiva la vasca.
Una vecchia dai lunghi capelli biondi screziati di grigio si avvicinò al pentacolo. Lasciò cadere ai suoi piedi il velo che la ricopriva e restò nuda, offrendo la pelle smorta e le carni molli del suo corpo consumato alla luce erubescente dei ceri.
Poi si immerse nella vasca per abbandonarsi al viscido calore di un sangue che non si sarebbe mai intiepidito, affondando pian piano nel suo bagno fino a sparire.
Di colpo il pentacolo reagì e le fiamme scarlatte raddoppiarono di grandezza, divorando i ceri a vista d'occhio. La superficie del bagno di sangue si increspò, iniziando a ribollire.
A quel punto ci fu un'esplosione accecante e silenziosa, e tutto ebbe fine.
Quella che riemerse in tutta la sua altezza era una donna giovanissima dal volto leggiadro, con capelli biondi da ragazza, il corpo liscio, la vita snella e le curve perfette. Mentre il sangue le scivolava addosso come su una tela impregnata d'olio per restituirla a una immacolata bellezza, uscì dalla vasca e, con un battito delle palpebre, nascose gli occhi da rettile che il rituale aveva rivelato. In questo modo completò la trasformazione nell'adorabile viscontessa di Malicorne, che con il suo fascino malizioso incantava la Corte e la Regina. Nel suo sguardo si poteva ancora leggere una sapienza antica e crudele che tradiva non solo la sua età ma la sua razza, perché il sangue di drago che le aveva restituito la giovinezza scorreva anche nelle sue vene.
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