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EDIZIONE CRITICA A CURA DI DANTE ISELLA
Dalle propaggini lacustri della colonia arcadica milanese si fa innanzi, a metà del Settecento, un giovane poco più che ventenne con una scelta di poesie ricavate da un corpus certamente più cospicuo, frutto di un lungo quanto oscuro apprendistato. L’Arcadia, giunta a piena maturità, gli dischiude i territori sconfinati di una tradizione minutamente codificata in ‘generi’ e specie, tematiche e metriche. Il Ripano (anagramma del modesto casato dell’autore), percorrendo quella varia, illustre geografia, dà prova di possedere non solo, alla perfezione, i ferri del mestiere, ma di saper selezionare quanto sente a sé più congeniale, rivelando precocemente propensioni, anche linguistiche e stilistiche, sue proprie. E si concede qui
scorribande nei territori, poi per sempre preclusi e rimossi, delle rime ‘piacevoli’ di stampo burchiellesco, rivelando una spigliata propensione comico-icastica. Anche il versante più propriamente bucolico riserva al lettore altro genere di sorprese: le spesse vernici letterarie non bene ricoprono il vivo colore di una accesa sensibilità poetica; e una vena autentica, nativa, vibra spesso anche dietro le più consunte
finzioni agresti e piscatorie. La nuova edizione dissipa ogni dubbio su luogo e stampatore del volume, avvolti sino ad oggi nel mistero, e fa luce sulle circostanze che resero possibile pubblicare l’opera prima di un giovane oscuro, senza mezzi, aprendogli così il varco di una fulgida carriera. Si spiega che l’autore,
pur prendendo più tardi le debite distanze dagli esercizi più peregrini e moralmente
sconvenienti, non ripudiò mai di fatto la raccolta che lo aveva rivelato ad altri e a sé. Dalla esaustiva ricostruzione testuale che qui si offre per la prima volta emergono le tarde riprese, con qualche ritocco, dei campioni più significativi di un apprendistato diciamo pure di maniera: ma una maniera studiata, eletta, che prepara il Parini ad affrontare le sue prove maggiori. Il saggio del Carducci, lettore insuperato
del noviziato pariniano, illustrando magistralmente le ragioni di questo esordio e tratteggiando da par suo il nobile sfondo di una società letteraria fiorente, raffinata e coltissima, completa un ’restauro’ fondamentale per intendere la storia del poeta delle Odi e del Giorno (che già figura, in questa collana, nel testo di Dante Isella e con il commento di Marco Tizi)
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