Search

Shopping cart

Saved articles

You have not yet added any article to your bookmarks!

Browse articles
Newsletter image

Subscribe to the Newsletter

Join 10k+ people to get notified about new posts, news and tips.

Do not worry we don't spam!

GDPR Compliance

We use cookies to ensure you get the best experience on our website. By continuing to use our site, you accept our use of cookies, Privacy Policy, and Terms of Service.

Palestinesi

Palestinesi

Per Jean Genet la Palestina si divide in oppressi e oppressori, e non ha dubbi su chi ricopra l’uno o l’altro ruolo. Da un lato c’è uno stato fiancheggiato e armato fino ai denti dalle potenze occidentali; dall’altro i fedayin, giovanissimi pronti a sacrificare la loro vita per non vedersi strappare gli ultimi pezzi di terra rimasti. Negli scritti contenuti in questo libro, Genet incontra gli uomini e le donne palestinesi nei campi profughi, e nei loro corpi e nei loro gesti riconosce la «bellezza» propria dei rivoluzionari, bellezza che da sempre lo ha avvicinato a chi vuole sovvertire i dati di fatto. Il suo sguardo si muove per riportare, con una prosa scarna e dura, le scene a cui assiste negli attimi immediatamente successivi al massacro di Sabra e Shatila, quando è costretto a scavalcare i cadaveri mutilati di uomini e donne lasciati a marcire per strada. In una terra che ancora oggi sconta le conseguenze degli eventi di cui Genet è stato testimone, in cui imperversa un conflitto che di nuovo non risparmia persone inermi e che nell’immagine filtrata dai media occidentali è tradotto nei soliti termini di uno scontro tra civiltà e barbarie, questo libro sposta l’attenzione sulla nobiltà della causa di chi rifiuta un’invasione, di chi resiste agli assedi e ai crimini di guerra, di chi pur tra le macerie o nei campi degli sfollati continua a immaginare un futuro in cui poter vivere appieno la propria esistenza.

Comments