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Long Shot

Long Shot

Prima di frequentare il terzo anno alla Lincoln University, mi ero ripromessa tre cose. Solo tre.
1.     Gettarmi a capofitto nella vita della confraternita.
2.     Stare lontano dagli atleti.
3.     Stare seriamente lontano dagli atleti.
Quando la professoressa Taylor aveva pubblicato i colleghi con cui avremmo lavorato in coppia per gli esami di metà semestre di chimica e mi ritrovai incastrata con il capitano della squadra di hockey del college, ero sicura che sarei stata in grado di rispettare le regole 2 e 3. Dopotutto, ero immune a tutta la faccenda che Leo fosse “il ragazzo più sexy del campus”. Ero cresciuta con lui, era il miglior amico di mio fratello.
Da cui ero ossessionata dall’età di otto anni.
Che mi venisse un colpo!
 
Leo
 
Ultimo anno. Capitano della squadra di hockey, un impegno già programmato con la National Hockey League che si sarebbe concretizzato a pochi mesi di distanza, l’unione perfetta. Avevo tutta la vita davanti a me.
Tutti i miei sogni si erano realizzati.
Tutti, tranne Eleanor Rhodes.
In quel sogno ricorrente, la vedevo indossare solo la maglietta con il mio numero e quel leggero rossore sul viso ogni volta che mi guardava.
Non era un grosso problema. Lo avevo già risolto sotto la doccia; diverse volte. Non avevo mai avuto motivo di avvicinarmi, se non guardare il suo profilo Instagram, finché la professoressa Taylor non ci accoppiò per il compito di chimica.
L’unica ragazza del campus che non doveva essere nel mio radar, ma che tuttavia sembrava l’unica.

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