Search

Shopping cart

Saved articles

You have not yet added any article to your bookmarks!

Browse articles
Newsletter image

Subscribe to the Newsletter

Join 10k+ people to get notified about new posts, news and tips.

Do not worry we don't spam!

GDPR Compliance

We use cookies to ensure you get the best experience on our website. By continuing to use our site, you accept our use of cookies, Privacy Policy, and Terms of Service.

Snap Shot

Snap Shot

Kameron
 
Non ero mai stata così felice come il giorno in cui mia madre (e mia nonna) avevano accettato che lasciassi il grande Stato del Texas per frequentare un college a più di tremila meravigliosi chilometri di distanza da casa.
Mi era stato concesso solo perché:
1-    La Delta era la più importante confraternita femminile alla Lincoln University. Pertanto, potevo e sarei diventata la terza generazione di donne Hunt a ottenere il posto di presidente di quella confraternita.
2-    Brad Kostas, mio zio, era l’allenatore della squadra di hockey su ghiaccio dei Lincoln Lions e poteva prendersi cura di me.
Inoltre, avevo un obbligo segreto da rispettare nei confronti di me stessa: seguire la mia passione per la fotografia e trovare un uomo a cui concedermi, senza che i miei fratelli lo intimidissero. Un uomo che non avrebbe trasformato il college in un racconto di ammonimento straziante e di disgusto per se stessi, ma in un bel ricordo. Un uomo che non fosse un dongiovanni, da una scopata e via o uno stupido sportivo.
Il fatto era che l’unico ragazzo che avevo incontrato al campus, attirando il mio interesse era, in effetti, un atleta.
Non uno qualsiasi, ma uno dei migliori giocatori della squadra di zio Brad.
 
 
Evan
 
L’obiettivo dell’ultimo anno dovrebbe essere assicurarmi un posto nei Brooklyn Bears. Dovrebbe essere facile. Dovrebbe… ma non lo è.
Stavo per farmi nemico una persona a cui avrei dovuto inchinarmi… il coach Kostas.
Non era colpa mia se aveva assunto la persona più sexy che avessi mai visto come fotografa della nostra squadra. Una ragazza con curve da urlo, fascino del sud e un impeccabile gusto per gli uomini, cioè me. Non solo, mi aveva anche confessato di non essersi concessa a nessuno, ma che credeva che fossi l’uomo giusto con cui farlo. Dicono che “i bastoni da hockey erano meglio delle ragazze”, ma chiunque avesse coniato quella frase ovviamente non aveva mai incontrato una ragazza come Kameron, la nipote dell’allenatore.
Avrei lasciato che quella ragazza facesse ciò che desiderava al mio “bastone”, a qualunque costo.

Comments