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L'uomo quantistico

L'uomo quantistico

L’avvento del digitale rappresenta molto più di un incremento dei servizi tecnologici a disposizione dell’uomo. È una trasformazione radicale, che scuote le fondamenta delle società, scardina i paradigmi esistenti e ha conseguenze di grande portata. Lo vediamo quotidianamente, quando deleghiamo le nostre facoltà cognitive (memoria, giudizio e orientamento) a cellulari, assistenti digitali e navigatori. I sistemi basati sulla parola e sulla scrittura vengono progressivamente superati da quelli dominati dalle operazioni digitali e dagli algoritmi di apprendimento automatico. Fino a che punto? Lungi dall’essere un semplice potenziamento delle facoltà umane, la digitalizzazione pervasiva può apparire oggi come una minaccia per la democrazia e per la convivenza civile, per il modo in cui ridefinisce in maniera liquida i concetti di verità condivisa e per la polarizzazione delle posizioni a cui ci spinge. Tuttavia, l’ulteriore frontiera di questa rivoluzione culturale è quella di un’integrazione dell’intelligenza artificiale con l’intelligenza umana. Una collaborazione creativa, all’insegna della fisica quantistica e del quantum computing, che permetta la connessione tra umano e non umano, tra uomini, sistemi informatici e pianeta. Un salto quantistico culturale che è già alle porte, e al quale occorre giungere preparati e consapevoli.

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