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La banda di Asakusa

La banda di Asakusa

Asakusa, negli anni Venti del Novecento, è per Tōkyō quello che Montmartre è per Parigi, Alexanderplatz per Berlino, Times Square per New York: il quartiere dei teatri e dei cinema, dei ristoranti e dei banchi dei pegni, popolato di artisti, mendicanti, ballerine e prostitute. È lo sfondo febbrile e sensuale sul quale si muove il narratore di questo romanzo, un flâneur che posa lo sguardo sui vicoli, il giardino del tempio, le botteghe, le case di geisha. Ad accompagnarlo, una banda di teppisti e soprattutto lei, Yumiko, giovane schietta e inquieta, nascosta dietro mille travestimenti mentre insegue una personale vendetta. Opera degli anni giovanili, La banda di Asakusa (1929) mostra un Kawabata influenzato dal Modernismo europeo e molto lontano dai ritmi lenti e dalle atmosfere rarefatte dei libri successivi, sostituite in queste pagine da un vortice di sensazioni e idee. La stessa frenesia vitale si ritrova nel racconto lungo Diario di Asakusa, qui pubblicato in coda, narrato in prima persona da una street girl anonima che si aggira per il quartiere in cerca di clienti.

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