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L'amante palestinese

L'amante palestinese

Verso la fine degli anni Venti, Albert Pharaon viveva in Libano. Discendente da una ricca famiglia palestinese, vagamente banchiere, si sentiva un po' fuori posto a Beirut. La mondanità lo annoiava, la sua unica passione erano i cavalli. Tornava spesso ad Haifa, dove era nato, a tre ore di viaggio, fino poi a trasferirvisi definitivamente abbandonando moglie e figli. La notizia scandalosa si stava diffondendo: Albert aveva un'amante ebrea in Palestina, una militante sionista. Solo a sua nipote Albert raccontò la storia. Non poteva parlarne con nessun altro. Il resto della famiglia preferiva non sapere niente. Uno dei loro andava a letto con il nemico. Era qualcosa di inimmaginabile, indecente, quasi osceno. Una storia impossibile? Quasi impossibile, costretta a svolgersi interamente in quel "quasi", il piccolo spazio in cui ciò che non dovrebbe accadere accade, la stretta striscia di terra in cui sboccia il fiore proibito, la pulsione istintiva, la vita stessa.

«Un canto disperato all'amore folle che travolge le barriere e le differenze, l'amore che, se si potesse vivere sino in fondo, cancellerebbe tutte le guerre».
(Giancarlo De Cataldo - Hot)

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