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Spie, URSS, antifascismo

Spie, URSS, antifascismo

Nulla è piú inedito dell’edito; neanche l’opera di Gramsci si è sottratta a questa specie di “legge”. Cosí ad esempio è ingenuo immaginare che, nella acuminata sua riflessione carceraria incentrata su genesi sviluppo ed efficacia del fascismo, Gramsci abbia relegato ai margini il macroscopico fenomeno della marcia trionfale del nazionalsocialismo tedesco. Questo libro mostra appunto quanto infondata sia, e provinciale, una tale veduta. Via via che la crisi del modello liberale si viene rivelando nella sua dimensione non piú solo italiana e la torsione autoritaria dell’URSS si compie, le note gramsciane ruotano sempre piú, direttamente o indirettamente, intorno all’irriconoscibile volto del «mondo grande e terribile». Diversamente che per le “anime belle”, però, per lui tutto l’«umano», dal tradimento al doppiogiochismo, allo spionaggio, alla politica di potenza, fa parte del terribile gioco. Lo sapeva sin dal principio e ha giocato la sua partita nelle condizioni piú sfavorevoli. L’intreccio dei documenti – come il lettore vedrà – rischiara aspetti centrali della sua vicenda: dall’arresto, agli effetti devastanti della «famigerata lettera» di Grieco, al silenzio degli ultimi anni di vita.

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