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Intorno al nesso tra libertà religiosa e cittadinanza si gioca molto del futuro delle società plurali contemporanee. Una libertà religiosa che non si traduca in una piena partecipazione politica crea inevitabilmente una categoria di “cittadini di seconda classe”, come mostra l’esperienza di molte minoranze in Medio Oriente. Ma d’altra parte anche una cittadinanza che non tuteli la libertà religiosa, nella sua duplice dimensione personale e comunitaria, si muta in uno strumento di esclusione, in nome di una neutralità mal compresa. La sfida della cittadinanza plurale è quella del dialogo tra identità dinamiche, diverse tra loro ma comunicanti e connesse da inevitabili legami di solidarietà, nella consapevolezza che il rischio maggiore non è la politicizzazione delle identità ma, piuttosto, la loro esclusione dal circuito democratico e costituzionale. Un percorso tra Europa e mondo arabo, con attenzione ai rapporti tra culture, religioni e tradizioni giuridiche differenti. INDICE Introduzione di Alessandro Ferrari -- Paolo Monti, Fratture e ricomposizioni del sé. La normatività della libertà religiosa -- Viviana Premazzi, Seconde generazioni e identità religiosa alla prova della cittadinanza -- Stella Coglievina, Educazione e cittadinanza: il ruolo dell’ora di religione -- Antonio Angelucci, Cittadinanza europea e libertà religiosa: il caso emblematico della circoncisione rituale -- Marco Demichelis, Ridda e takfîr, esame di maturità per l’Islam -- Ines Peta, Apostasia e libertà religiosa nel Corano: l’analisi di Ahmad Subhî Mansûr -- Bishara Ebeid, La religione come fattore nella creazione del Libano e come causa della sua crisi politica: la proposta antiocheno-ortodossa secondo il pensiero dei teologi Georges Khodr e Georges Massouh -- Francesca Peruzzotti, Cittadini del Regno residenti in Italia. La Chiesa italiana e l’educazione alla cittadinanza del popolo di Dio
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