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Candelaio

Candelaio

Nella Napoli sgangherata e vitale del Cinquecento, tre furfanti sono sul punto di incrociare i loro loschi piani: Bonifacio, il vanesio «candelaio» che sogna segreti d’amore; Bartolomeo, l’alchimista ciarlatano; e Manfurio, il pedante professore che ammanta la sua ignoranza in un latino ridicolo. Attorno a loro, una galleria di personaggi astuti, beffardi e disincantati tesse la trama di una commedia degli inganni dove nulla è ciò che sembra. L’amore si compra, l’oro si falsifica, la cultura si deride, e l’unica legge sembra essere quella del più scaltro. Scritta durante il soggiorno parigino e pubblicata nel 1582, Il Candelaio è l’unica opera teatrale di Giordano Bruno, un unicum esplosivo nel panorama del Rinascimento. Ben più di una semplice facezia, è una feroce satira che prendendo di mira l’ipocrisia, l’avidità e la stupidità umana, diventa una potentissima metafora di un mondo alla rovescia. Con un linguaggio ricchissimo, che spazia dal dialettale al sublime, Bruno affila la sua penna per una commedia filosofica che, sotto le risate, nasconde una spietata critica dei vizi di ogni tempo. Un capolavoro di humour nero e intelligenza filosofica, che dimostra come la beffa sia l’arma più affilata per smascherare la follia del mondo.

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