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L'Asino d'oro e Gulliveriana

L'Asino d'oro e Gulliveriana

“L’asino d’oro, di Apuleio, mi è sempre parsa un’opera un po’ trascurata nella storia della letteratura, forse perché tratta argomenti scabrosi. Però è splendida, spassosa, geniale, ricchissima di spunti. Ho raffigurato una antica Roma come avrebbe potuto essere davvero. Non è stato facile, perché volevo sfuggire dal genere peplum, detto anche ‘sandalone’, tipico del cinema italiano. Tuttavia il cinema è riuscito a ispirarmi. Ho ripensato alla romanità come l’aveva messa in scena Federico Fellini, nel suo Satyricon...” Con queste parole, Milo Manara commenta uno dei suoi capolavori. Un classico della letteratura diventato un fumetto sensuale e intrigante, di enorme forza visiva. Un discorso che vale anche per Gulliveriana, che nasce da una sfida (vinta) di Manara con se stesso: “Che cosa sarebbe successo, se al posto del protagonista della storia inventata da Jonathan Swift, ci fosse stata una ragazza?”.

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