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Le veglie ad una fattoria presso Dikan’ka • Mirgorod • I racconti degli Arabeschi • Il naso • Il cappotto • Il calesse • Roma
Premessa di Filippo La Porta • A cura di Leone Pacini Savoj
Edizioni integrali
Dalle immagini romantiche del folclore popolare ucraino de Le veglie ad una fattoria presso Dikan’ka agli eventi spesso minuti e insignificanti di Mirgorod, spunto per orchestrazioni narrative in cui si esplorano attentamente tutte le dinamiche della rappresentazione; dai magici Arabeschi, in cui l’arte gogoliana raggiunge vertici altissimi, spostandosi disinvoltamente dalla creazione fantastica agli spaccati di vita pietroburghese, al grottesco che caratterizza storie come Il cappotto e Il naso, i racconti di Gogol’ rappresentano i molteplici aspetti e livelli della sua straordinaria ispirazione. E ci offrono tutte le infinite possibilità della sua immaginazione comica, gli esiti imprevedibili di una smisurata fantasia figurativa, il senso profondo della sua visione surrealista del mondo, i suoi complessi e articolati percorsi psicologici, un universo vario e multiforme di personaggi gretti e meschini protagonisti di vicende al limite del nonsenso, narrate con uno stile straordinariamente originale.
«Non passava un sol attimo di un sol minuto che egli non sentisse di avere sulle spalle il cappotto nuovo, e già più di una volta gli era affiorato al labbro un sorriso di interna beatitudine. In effetti il cappotto aveva due virtù: in primo luogo era pesante, e, in secondo, elegante. Della strada non si accorse neppure e si ritrovò a un tratto in ufficio; in portineria si tolse il cappotto, lo esaminò da ogni lato e lo affidò alla sorveglianza particolare del portiere.»
Nikolaj Vasil’evič Gogol'
Nikolai Vasil’evič Gogol’ nacque a Soročincy, nel governatorato di Poltava, in Ucraina, nel 1809. Nel 1828 si trasferì a Pietroburgo, entrando presto nell’ambiente letterario. Nominato nel 1834 professore di storia all’Università, si dimise dall’incarico l’anno successivo. Nel 1836 lasciò la Russia e cominciò a peregrinare per l’Europa; fu a Parigi e a Roma. Scrisse racconti, novelle, saggi critici e drammi teatrali. Morì a Mosca nel 1852.
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