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Cosa fare con gli imbecilli

Cosa fare con gli imbecilli

La stupidità è il flagello del nostro tempo. Che si tratti dello zio che dispensa teorie complottiste, della signora che salta la fila in panetteria, del tizio che urla sotto le nostre finestre alle tre di notte, dell'automobilista che ci taglia la strada, per non parlare del nostro capo che prende decisioni che sappiamo essere pessime: gli imbecilli sono ormai ovunque. Il problema è che, nella maggior parte dei casi, di fronte a tanta stupidità, spesso condita di un'insolita cattiveria, rimaniamo quasi sbigottiti, incapaci di reagire.

Il filosofo Maxime Rovere, che ha dedicato la sua vita allo studio di Spinoza e dell'Illuminismo, affronta qui, con grande ironia e ineccepibili finezze logiche, questo fenomeno dilagante, a partire da tre, inconfutabili assiomi: «si è sempre l'imbecille di qualcun altro, le forme dell'imbecillità sono infinite e il peggior imbecille è quello che sta dentro di noi». Alla luce di questi principi, allora, il punto di vista cambia radicalmente: non si tratterà più di dichiarare guerra (al grido di «Stultitia delenda est!») al cretino che ci sta accanto, bensì di capire come l'imbecillità possa farsi prepotentemente avanti e impadronirsi di persone intelligenti, dotate quindi della disposizione a comprendere propria di ogni essere umano, e far sì che questo non accada.

In pagine talvolta esilaranti ma mai superficiali, che sondano anche argomenti di morale, politica ed economia, Rovere ci guida a riconoscere le molteplici forme di imbecillità, esamina le nostre relazioni con gli altri, il nostro ego, ma soprattutto offre strumenti e strategie per risolvere le situazioni più disparate, rivelandoci persino come smettere di essere noi stessi degli idioti (perché siamo sempre gli idioti di qualcun altro). Un intervento erudito, divertente quanto necessario per risolvere una vessazione sempre più familiare e che, al contempo, ci mostra il potere della filosofia nell'affrontare le difficoltà della vita quotidiana.

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