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Edipo a Colono

Edipo a Colono

"Mi fa scuola il mio soffrire, questo
impasto d'anni interminabili."

"L'Edipo a Colono è il campo dei paradossi/contrasti/stupori estremi. [...] Edipo da trasgressore diventa il più fedele seguace degli dèi, e loro strumento. Da esule cacciato e ramingo si fissa a pernio degli eventi fisici e soprannaturali. Il cieco è veggente, il supplice supplicato, l'impotente ha il potere, il morto è immortale, per la natura di eroe che gli dèi concedono."
(Rosita Copioli)

Mentre nell'Edipo Re era un ribelle, nell'Edipo a Colono il cieco e vecchio Edipo, esule per anni dopo la cacciata da Tebe, segue fino in fondo gli oracoli degli dèi. Giunge al bosco di Atene abitato dalle Erinni, che vendicano i delitti di sangue. Chi è stato errante ora è radicato in luogo sacro, da cieco è divenuto veggente, da morto diventerà eroe: il supremo grado d'immortalità che i greci dell'età classica giudicano possibile.

Questa edizione si avvale della traduzione
magistrale di Ezio Savino.

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